È uscito il centoduesimo numero de “l’impegno”, rivista dell’Istituto, che contiene saggi di Alessandro Barbero, Silvio Brentazzoli, Enrico Pagano, Mario Ogliaro, Piero Ambrosio, Sabrina Contini.
Alessandro Barbero, nell’orazione ufficiale tenuta a Vercelli in occasione del 74° anniversario della Liberazione, evidenzia il ruolo determinante che il movimento partigiano ebbe nel ridare dignità all’Italia e nel consentirne il riscatto agli occhi del mondo, non tralasciando comunque l’apporto niente affatto trascurabile che diede sul piano militare, nonché il significato profondo dell’impegno di quanti vi parteciparono, diversissimi per estrazione sociale, provenienza geografica, posizioni politiche, ma uniti dall’obiettivo comune di lottare per il futuro dell’Italia.
Silvio Brentazzoli ripercorre le tappe dell’evoluzione della formazione professionale in Italia, partendo dall’età giolittiana, periodo dell’emanazione delle prime leggi in questo campo, proseguendo con l’accentuarsi dell’interesse per il settore nel periodo della prima guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra a causa delle esigenze belliche e di riconversione, affrontando poi gli anni del fascismo, improntati a interventi determinati da una visione fortemente accentratrice e propagandistica, per passare in seguito ad analizzare l’evoluzione della formazione professionale dal secondo dopoguerra fino agli sviluppi della fine del XX secolo, soffermandosi sul ruolo significativo assunto dalle regioni negli anni settanta, con particolare attenzione ai provvedimenti adottati dalla Regione Piemonte, per accennare in conclusione alle importanti novità introdotte dalle riforme del nuovo secolo.
Enrico Pagano analizza le cronache parlamentari del 1919 relative alla discussione del disegno di legge che prevedeva la concessione del diritto di voto alle donne, svoltasi in un clima politico particolarmente favorevole all’approvazione, che sarebbe stata per il nostro Paese un’importante conquista di civiltà e ci avrebbe posto sullo stesso piano degli altri paesi democratici, ma che purtroppo non si concretizzò per la mancata conversione esecutiva del provvedimento, un vero e proprio “spreco legislativo” che ebbe sicuramente un’influenza sullo scenario politico successivo, con la presa del potere del fascismo e la fine dello stato liberale.
Mario Ogliaro ricostruisce le origini piemontesi del gerarca fascista Italo Balbo e la presenza della famiglia in una delle piccole frazioni di Verrua Savoia, in provincia di Torino, dove Giovanni Battista Balbo, padre di Camillo e nonno di Italo, si trasferì nel 1855 con il ruolo di medico condotto e dove la famiglia risiedette fino alla sua morte prematura, in conseguenza della quale lasciò il paese per la Romagna prima e per il Ferrarese poi, dove, a Quartesana, nacque Italo.
Piero Ambrosio continua la sua ricerca sui “sovversivi” vercellesi, biellesi e valsesiani segnalati nel Casellario politico centrale, ricostruendo le biografie dei biellesi emigrati negli Stati Uniti d’America, che risultano complessivamente 108, schedati principalmente come socialisti, di 56 dei quali vengono presentate le biografie.
Sabrina Contini racconta l’emozionante esperienza vissuta degli studenti dell’Istituto superiore D’Adda di Varallo, che, nell’occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, sono stati guidati dai docenti in un coinvolgente percorso evocativo della tragedia della deportazione e dello sterminio, una vera e propria esperienza immersiva basata su suoni, rumori, immagini, voci, che ha trasformato quella che spesso diventa una celebrazione passiva in un momento di sperimentazione attivo e partecipato, in cui le emozioni diventano occasione privilegiata di apprendimento dell’indicibile.
Infine Enrico Pagano ricorda Gianni Perona, insigne storico e studioso scomparso lo scorso febbraio, sottolineando il suo fondamentale ruolo nella vita dell’Istituto, di cui fu consigliere scientifico dal 1974 al 1989.